Segue il report del convegno tenutosi a Viggiano ieri mattina.
Nell’introduzione la Prof. Colella ha sottolineato il
fatto che per la prima volta un convegno centra la propria attenzione
sull’acqua e sulle notevoli conseguenze dell’attività estrattiva sulla sua
qualità. La particolarissima condizione della Val d’Agri, infatti, è quella di
ospitare sia il più grande giacimento petrolifero d’Europa che una riserva idrica di grande consistenza.
Dopo i saluti del Sindaco di Viggiano, il geologo prof.
Ortolani ha evidenziato i notevoli pericoli dell’attività estrattiva
in relazione a possibili azioni sismiche. Le perforazioni vengono infatti
effettuate senza una preventiva ed accurata indagine geologica, con il rischio
di inserire la trivella all’interno di una faglia e di provocare il movimento
delle masse attigue e la possibile
estensione dell’attività sismica ad aree notevolmente più ampie. Il Prof.
Ortolani ha sottolineato inoltre l’inadeguatezza delle norme vigenti che
prescrivono soltanto la valutazione dell’impatto ambientale del singolo pozzo,
ignorando completamente ciò che accade sul territorio a seguito
dell’interazione fra perforazioni differenti
e non molto distanziate fra loro. Il loro impatto complessivo, infatti, risulta
essere di gran lunga maggiore della somma dell’impatto dei singoli pozzi. Egli
ha infine sottolineato la scarsissima
compatibilità fra le estrazioni petrolifere e la presenza di popolazioni e beni
naturali insostituibili come acqua e terreni fertili, sostenendo che l’unico
luogo adatto ad attività di questo tipo è il deserto.
Il prof. Romagnoli, associato di Petroleum Engineering, era assente.
Il prof. Civita, ordinario di
idrogeologia, ha esordito sottolineando l’importanza del bene acqua per la
stessa sopravvivenza del genere umano e l’assoluta necessità di evitarne ogni
possibile inquinamento o depauperamento.
L’acqua dolce, infatti, è sempre più scarsa e molti prevedono che nel 2025
si verifichi una crisi idrica mondiale con conseguenze letali per gran parte
dell’umanità. La difesa dell’acqua dovrebbe essere, quindi, la vera battaglia
campale del prossimo secolo.
Il Prof. Civita ha poi illustrato alcune nuove
metodologie e tecnologie per il monitoraggio e la protezione puntuale e territoriale
delle riserve idriche di superficie e di profondità evidenziando la necessità
che il monitoraggio sia dell’aria che dell’acqua venga effettuato con un gran
numero di centraline opportunamente posizionate. Esiste, infatti, il rischio
che la singola centralina non venga raggiunta dagli inquinanti e che, quindi,
non sia in grado di registrare danni già esistenti .
La prof. Colella, geologo, ha descritto
con ampiezza il lavoro di analisi delle
acque della diga del Pertusillo condotte insieme al ten. Di Bello, fornendo
dati dettagliati da cui emerge la presenza di metalli pesanti ed idrocarburi in
corrispondenza di due piccoli affluenti posti a valle di un pozzo di
reiniezione.
La Prof. Colella ha inoltre sottolineato ulteriormente la necessità che la
Val d’Agri dedichi grande attenzione alla tutela del proprio grande patrimonio
idrico, costituito da 650 sorgenti, 23 corsi d’acqua e 16 fra invasi e
traverse.
Il geologo Dott. D’Eclesiis ha
comunicato alcune osservazioni teoriche sul rapporto fra sviluppo e teorie
economiche: il liberismo è favorevole ad uno sviluppo tout-court in quanto
sostiene che qualsiasi perdita di beni naturali potrà essere compensata dall’evoluzione
tecnologica; le teorie di tipo sociale parlano di uno “sviluppo sostenibile”
che può essere perseguito entro limiti ben definiti derivanti dalla
disponibilità di beni naturali; soltanto le teorie ecologiste antepongono la
conservazione della natura allo sviluppo sostenendo la necessità di
salvaguardare non soltanto i beni naturali disponibili ma anche le loro riserve
destinate alla conservazione dell’ecosistema.
Il Dott. Laghi, vicepresidente
di ISDE Italia (Associazione di Medici per l’Ambiente) ha parlato dei rischi
per la salute derivanti dall’inquinamento ambientale riportando dati di
correlazione fra patologie, inquinamento e stili di vita e sottolineando le modifiche
genetiche, trasmissibili per via ereditaria, operate dall’inquinamento.
Pomeriggio (che avvilimento!):
5 minuti a testa per i rappresentanti delle “associazioni
ambientaliste” polisportiva Viggiano (………….), EHPA (Giuseppe Di Bello),
Coordinamento Regionale Acqua Pubblica (io), Comitato contro il petrolio
dell’alta Irpinia (Nicola …….), No Triv Basilicata (Camilla Nigro), movimento 5 stelle (………..) e non mi ricordo chi altro, in cui si è
manifestata in poche parole inevitabilmente incomplete la propria contrarietà
alle attività petrolifere.
Ho utilizzato alcune delle poche parole che mi sono state
concesse per comunicare la mia contrarietà all’esiguo spazio riservato a
movimenti ed associazioni di cittadini a cui è interamente ascrivibile il
merito di aver evidenziato i problemi legati alle attività petrolifere.
Sen. Prof.
Romualdo Coviello, responsabile dello Sportello per lo Sviluppo di Viggiano: ha cantato le
magnifiche sorti e progressive delle estrazioni petrolifere e della fantastica ed
irripetibile occasione di sviluppo
offerta ad una terra con popolazioni ed amministrazioni arretrate.
Sindaci di Viggiano, Paterno e Spinoso: nessuna opposizione di principio al
petrolio, ma richiesta di migliori condizioni contrattuali con le compagnie e
poi di monitoraggi, protezioni
ambientali e …… quattrini. Valutazione della necessità di una maggiore
integrazione fra le varie amministrazioni comunali, soprattutto dopo
l’eliminazione delle comunità montane.
Rappresentante di ENI: ha presentato una pubblicazione-report, che mi sono
guardata bene dal prendere, in cui si forniscono dati sull’attività in
Basilicata; ha promesso che questi rapporti saranno pubblicati con maggiore
frequenza.
Consigliere Regionale Dott. Enrico Mazzeo Cicchetti:
ha detto che il petrolio ormai c’è e pensare di bloccarlo è velleitario. E’
altrettanto inutile redigere rapporti sulla salute delle popolazioni mettendo
in correlazione tumori ed attività petrolifera perché gli effetti
dell’inquinamento ambientale si vedono soltanto dopo decenni (!?). Servono solo
maggiore attenzione, maggiore tutela ed un maggior numero di rapporti ENI.
Conclusioni:
Il prof. Civita ha ripetuto che la vera ricchezza della
val d’Agri è l’acqua e non il petrolio.
La prof. Colella ha letto un documento redatto dai relatori (sul fondo), in
cui essi dichiarano la propria disponibilità a costituire un gruppo di lavoro
che fornisca gratuitamente un supporto tecnico-scientifico per lo studio e la
protezione ambientale della valle.
Il sindaco di Viggiano, principale destinatario delle royalties,
si è impegnato a promuovere un dialogo con l’amministrazione regionale perchè
dia avvio all’attività del gruppo di lavoro ed ha dichiarato che, in assenza di
risposte, assumerà direttamente l’iniziativa.
Intervento di Albina Colella:
INDICAZIONI CONCLUSIVE SCATURITE DAI RELATORI DEL CONVEGNO
Il dibattito condotto nell’arco della mattinata ha portato alla proposizione di una serie di indirizzi operativi finalizzati alla costruzione di un percorso metodologico volto alla maggiore sostenibilità delle attività di ricerca e sfruttamento del Petrolio in Val d’Agri e in Basilicata e alla tutela delle risorse idriche autoctone di importanza strategica nazionale.
I relatori del Convegno auspicano che le istituzioni sappiano impegnarsi nella direzione di cogliere alcuni semplici obiettivi pratici sul piano tecnico-scientifico:
1) Creazione di una struttura di studio e ricerca unica che assommi i compiti di studio e controllo dello stato dell’ambiente evitando la frammentazione fra diversi enti con particolare riferimento alle risorse idriche strategiche di importanza nazionale e alle caratteristiche sismiche del territorio
2) Attraverso l’ausilio delle moderne tecniche di studio e modellazione degli acquiferi , in base anche agli studi scientifici finora eseguiti, è necessario giungere ad una quadro di dettaglio dell’idrogeologia dell’area finalizzata ad una valutazione specifica della vulnerabilità degli acquiferi e del loro rischio specifico di inquinamento in relazione alle attivita’ finora eseguite
3) Costruzione di un sistema unico di monitoraggio delle acque superficiali e sotterranee a supporto degli studi e indirizzato al rilevamento di nuovo “punto di bianco” relativo da cui partire per valutare gli effetti di eventuali aumenti di produzione
Appare inoltre necessario, a parere dei relatori, avviare una fase di ripensamento della normativa nazionale che sovraintende alle attività di esplorazione e sfruttamento adeguata allo stato delle conoscenze sismologiche più recenti con particolare riferimento alle faglie sismogenetiche attive, finalizzata a adeguare il livello di attenzione alla effettiva pericolosità sismica dei territori, nonché a tutelare le risorse idriche della Valle che rappresentano un patrimonio della Nazione.
Viggiano, 19 gennaio 2013